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Scoperta fornace etrusca a Coreglia. “Riscrive la storia dell’area di quella parte dell’Umbria”

Scoperta fornace etrusca a Coreglia. “Riscrive la storia dell’area di quella parte dell’Umbria”

Una fornace di epoca etrusca è emersa dagli scavi archeologici di Coriglia, nel comune umbro di Castel Viscardo, a pochi chilometri da Orvieto. Quadrangolare, con il piano di cottura ben conservato e chiaramente visibile grazie ai mattoni e all'argilla rossi, segno dell'azione prolungata del fuoco. La scoperta - spiegano gli archeologi - apre un nuovo, inaspettato scenario sulla fase più antica del sito, già noto per il rinvenimento di una mansio romana.

La certezza dell’isediamento preromano

"Fino a oggi le testimonianze etrusche qui erano sporadiche - spiega Silvia Simonetti, archeologa responsabile degli scavi - ora, invece, possiamo attestare con certezza l'esistenza di un'area produttiva preromana, che fa risalire le attività di questo luogo almeno all'età ellenistica".

(ansa)

La fornace è stata individuata sotto il piano stradale d'accesso all'insediamento. "Siamo stati fortunati - racconta Simonetti - una lacuna nel piano stradale di età romana ha permesso di scavare al di sotto, rivelando la struttura. Altrimenti le sovrapposizioni spesso obliterano completamente le preesistenze etrusche".

Lavorazione dell’argilla già in era etrusca

Si tratta di una fornace quadrangolare, con il piano di cottura ben conservato e chiaramente visibile grazie ai mattoni e all'argilla rossi, segno dell'azione prolungata del fuoco. "Non sappiamo ancora cosa si producesse esattamente - prosegue l'archeologa - ma la scoperta conferma che già in epoca etrusca quest'area era destinata alla lavorazione dell'argilla".

Silvia SImonetti
Silvia SImonetti (ansa)

Il legame con il territorio è evidente: Castel Viscardo è ancora oggi rinomato per la produzione del cotto, eccellenza locale che affonda le radici in secoli di tradizione. "Probabilmente - afferma Simonetti - abbiamo rinvenuto la prima fornace della zona. Gli elementi indispensabili, come argilla, acqua e vie di comunicazione, qui non mancavano né allora né oggi".

La fornace etrusca si inserisce nel contesto della mansio romana, riportata alla luce nel 2024. All'epoca fu identificata una vasta area di accoglienza e ricovero per animali e viaggiatori, situata lungo la cruciale direttrice viaria rappresentata dalla via Traiana Nova, oltre che dal vicino fiume Paglia. "La mansio - ricorda Simonetti - si sviluppava su un terrazzamento artificiale affacciato sulla valle, distante circa 600 metri dall'attuale alveo del fiume".

“Non solo stazione di sosta”
(ansa)

La funzione delle stazioni di sosta è ben documentata anche dalla Tabula Peutingeriana, copia medievale di un'antica mappa stradale di età romana. Le campagne di scavo precedenti avevano restituito circa 350 monete, un anello con l'iscrizione "Roma" e numerosi reperti in bronzo e terracotta. Ma ora, grazie alla fornace, si fa strada l'ipotesi che prima ancora della mansio, in epoca etrusca, il sito ospitasse un insediamento produttivo con una destinazione d'uso diversa e forse più rilevante.

"Lo scavo - conclude Simonetti - ci obbliga a rivedere le nostre conoscenze e amplia notevolmente il potenziale di Coriglia. Serviranno nuove campagne e un approccio estensivo per approfondire la stratigrafia e sciogliere i molti interrogativi ancora aperti".

(ansa)
Sindaco: “Territorio continua a regalarci tesori”

"Il nostro territorio continua a regalarci autentici tesori archeologici che raccontano una storia millenaria": questo il primo commento del sindaco di Castel Viscardo, Daniele Longaroni, dopo la scoperta. "Il ritrovamento della fornace etrusca - sottolinea Longaroni - rappresenta un ulteriore motivo di orgoglio e di prestigio per il nostro Comune. Come amministrazione, ci impegneremo a valorizzare queste aree e a renderle sempre più fruibili per cittadini e visitatori. Speriamo di poter proseguire le campagne di scavo e arricchire ancora il nostro patrimonio".

Gran parte dei reperti scoperti in questi anni sono custoditi nel museo archeologico di Castel Viscardo, nel centro storico, punto di riferimento per chi vuole conoscere da vicino le radici etrusche e romane di questa porzione dell'Umbria.

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